Origini del Seminario

La nascita del Seminario nella forma moderna, cioè quella che noi conosciamo, è legata al Concilio di Trento. Tale Concilio ebbe come scopo la riformulazione della dottrina cattolica e la conseguente indicazione di iniziative pastorali che fossero adatte a tradurre in stile di vita il corretto credere, attuando così la vera “riforma” della Chiesa.
Il Concilio tridentino si mosse in tale duplice direzione anche a riguardo del sacramento dell’Ordine durante la sessione XXIII del 15 luglio 1563.

Il diciottesimo capitolo – dall’incipit significativo “Cum adulescientium aetas” – istituisce i Seminari, obbligando ogni Vescovo a costituirne uno presso la propria chiesa cattedrale. Brevemente ma efficacemente sono tracciate le due grandi direttive dell’educazione: una vita comunitaria sotto la guida di maestri e del Vescovo stesso; una scuola di discipline classiche, ecclesiastiche, musicali, liturgiche per istruire i futuri ministri dell’altare, guide della comunità cristiana.

Non manca l’indicazione e la scelta pedagogica: scuola rivolta a ragazzi e giovani dai dodici anni in su, – educati quindi nel tempo prezioso dell’adolescenza e giovinezza, età sensibile ma anche molto fragile – per poter sin da questo tenero periodo indirizzare all’altare buoni ministri, formati al servizio nella Chiesa e per essa.

Ingresso del seminario
Il seminario di Bergamo

Il Seminario ha sostanzialmente tradotto tali indicazioni lungo i quattro secoli e mezzo della sua storia, sino alla seconda metà del XX secolo. Nella nostra diocesi il Seminario, iniziato il 1° ottobre 1567 presso la chiesa di S. Pancrazio, -settimo in Italia e nel mondo- trasferitosi nel 1572 al Seminarino e traslocato definitivamente nel 1821 sul colle di S. Giovanni, pur evolvendosi nelle strutture e nei metodi, nelle materie e nelle discipline, si è rivolto sempre a tutto l’arco dell’età evolutiva, dalla fanciullezza alla giovinezza.
L’età per entrare in Seminario è rimasta quindi -fino agli anni settanta- quella della prima media o addirittura della “preparatoria” (un anno di preparazione all’esame di ammissione alla scuola media, dopo la licenza elementare, a 10-11 anni). Dal 1936 motivi di spazio avevano suggerito la costruzione di una nuova sede per la scuola media, ubicata a Clusone, con lo scopo di servire anche come casa estiva per tutto il Seminario. La sede fu utilizzata fino al 1972, quando la scuola media tornò a Bergamo in sede appropriata.

Sostanzialmente fino al Concilio Vaticano II (celebrato dall’11 ottobre 1962 all’8 dicembre 1965) il Seminario è stato concepito come un “unicum” educativo, in cui lo stesso schema e la stessa proposta educativa vengono di fatto presentati, pur differenziandosi ed articolandosi nelle diverse “camerate”, nei dodici anni del curriculum normale per accedere al sacerdozio.

Foto durante la ricostruzione
Foto durante la ricostruzione
Foto varie durante la ricostruzione
Il seminario: una comunità educante

Gli esperti dicono che l’asse portante del metodo educativo del Seminario fin dal suo sorgere è stato un saggio congiungersi dell’esperienza monastica -soprattutto per gli aspetti ascetici e di rapporto con i superiori-, con l’esperienza del “collegium” gesuitico, soprattutto per gli aspetti culturali e di vita spirituale e “devota”.
Le due componenti hanno accompagnato tutta l’esperienza il Seminario che noi attualmente distinguiamo in “maggiore” e “minore”. Al di là di ogni giusta analisi di modelli pedagogici l’ideale concreto formativo è stato lo stile di vita del prete delle nostre parrocchie, fatto di austerità e di povertà, in mezzo ad una popolazione povera e laboriosa, che vive del duro lavoro della campagna o delle manifatture artigianali: prete dedito interamente alla propria gente, con la catechesi, con l’esortazione, con i sacramenti, con l’esempio, con la preghiera devota e abbondante, stabilmente ancorato alla propria parrocchia anche per tutta la vita. Può essere comunque il caso di ricordare come la Scuola del Seminario – aperta anche ai laici – fosse in città di Bergamo l’unica accanto al “Collegio Mariano” tenuto dalla “Misericordia Maggiore” fino alla caduta della Repubblica Veneta (1797).

A cinquant’anni dalla ristrutturazione

Nel 1967, dopo 400 anni, il nostro seminario è stato radicalmente ristrutturato sul Colle S. Giovanni, adattando e costruendo ex novo alcuni ambienti, così composti tra loro: comunità delle medie, biennio, triennio, teologia (successivamente suddivisa in teobiennio e teoquadriennio, comunità della suore, palazzo dei sacerdoti, ambienti comuni a tutti il seminario, in primo luogo la Chiesa Ipogea e poi l’auditorium. Gli ingenti lavori furono sostenuti dai vescovi Piazzi e poi Gaddi, da sacerdoti di fiducia, nonché da appassionate competenze e maestranze del campo edilizio e architettonico. Un significativo incoraggiamento ad intraprendere i lavori fu l’allora Pontefice papa Giovanni XXIII, il più illustre alunno che il seminario di Bergamo abbia avuto. All’inaugurazione del 5 novembre 1967 papa Giovanni era già defunto da 4 anni: a lui fu intitolato l’intero seminario, ponendo al di sopra dell’ingresso la maestosa statua che lo raffigura.

Oggi il seminario è cambiato e tuttora è in evoluzione nel segno dei cambiamenti culturali e religiosi in atto. Una novità è l’introduzione della Scuola Vocazioni Giovanili, rivolta a coloro che chiedono di entrare in seminario dopo un percorso di studio già fatto, cosa impensabile anche solo prima del Concilio. Sia il Minore che il Maggiore stanno ripensando ad un nuovo modo di essere seminario.

(liberamente tratto dal Progetto Educativo del Seminario Minore di Bergamo con nuove aggiunte)