Insegnare a pregare è uno dei servizi più preziosi a cui la Chiesa è chiamata. Nella nostra Diocesi da ormai diversi anni ogni terzo venerdì del mese in seminario c’è l’appuntamento con la Scuola di preghiera per giovani.
È un’esperienza davvero singolare perché si tratta di un itinerario di preghiera accompagnato mese dopo mese dal nostro Vescovo Francesco. Da un triennio l’ufficio tempi dello Spirito ha costituito un’equipe di giovani provenienti da diverse parrocchie che la prepara e la cura.
Il documento finale del recente sinodo dei vescovi sui giovani al n°52 così dice:
«molti giovani desiderano mettere a frutto i propri talenti, competenze, creatività e sono disponibili ad assumersi responsabilità»
Proprio così è successo per questa esperienza. Si è costituito un gruppo di giovani che cerca di aiutare altri giovani a pregare. Lo fa innanzitutto preparandosi con la preghiera stessa. Ogni mese infatti l’equipe si ritrova per un ritiro sulla Parola che verrà proposta all’incontro successivo di scuola di preghiera.
Credo che l’aspetto del lavoro in equipe e del protagonismo dei giovani dentro questa esperienza sia davvero ciò che la rende segno fecondo di Vangelo per tutti noi.
Gli orientamenti di fondo che l’equipe si è data iniziando questa esperienza ruotano intorno a quattro parole/frasi chiave.
- PREGHIERA. Non si può guidare un percorso sulla preghiera se non si ha almeno il desiderio di una vita spirituale vivace. Pregare per la Chiesa di Bergamo, per il suo Vescovo, per i giovani.
- COINVOLGERE: aprire sempre di più gli spazi. Accogliere. Andare sul territorio. Intessere legami e relazioni. Una vera Chiesa in uscita, che non aspetta ma va incontro e con coraggio e libertà invita ai crocicchi delle strade.
- TOCCARE il CUORE: non tanto far muovere la testa quando creare le condizioni perché il giovane ascolti nel proprio cuore l’azione dello Spirito Santo, le diverse mozioni che la Parola di Dio genera dentro l’uomo che ascolta.
- ALIMENTARE IL DESIDERIO di INCONTRARE il SIGNORE nella PROPRIA VITA ORDINARIA: mettere dentro un desiderio forte di pregare, di trovare spazi per la propria preghiera personale o comunitaria nell’ordinario della vita.
Quest’anno il tema scelto è legato alla lettera pastorale del Vescovo: uno sguardo che genera. Ad ogni appuntamento viene presentato un racconto biblico di vocazione. Si è iniziato con quello di Abramo ed ora, a Dicembre, incontreremo la chiamata di Davide.
Il titolo che è stato scelto per la Sdp 2018-19 è: è permesso?
Con questa scelta si è voluto interpretare alcune domande che possono affacciarsi al cuore di un giovane di fronte alla grandezza di una chiamata:mi è consentito pensare in grande? ho le abilità per perseguire il desiderio che ho nel cuore? È possibile per me il sogno che custodisco?
E, allo stesso tempo, segnalare lo stile che è proprio di Dio, quello della discrezione, della delicatezza e del rispetto nei confronti della libertà dell’uomo. Dio sempre si propone all’uomo, mai si impone.
La struttura della preghiera comunitaria è molto semplice. Il Vescovo Francesco introduce e dà il tono all’incontro con le sue parole che preparano all’incontro personale con la Parola di Dio. I giovani, secondo modalità diverse, aiutano i presenti ad andare al cuore della Parola proclamata facilitandone l’ascolto profondo. Tutto questo porta ad un colloquio a tu per tu con il Signore.